Anche il penultimo obiettivo stagionale, il terzo posto che avrebbe garantito una partenza in pole position nei play off promozione, svanisce definitivamente in quel di Lucca. Una sconfitta senza attenuanti quella del Delfino, sconfitto con un 2-1 più netto di quanto non dica il risultato a favore dei toscani. I giocatori schierati dal sempre più enigmatico Auteri, sono apparsi a tratti frastornati, sempre imprecisi e quasi del tutto inconcludenti. Purtroppo non stiamo scrivendo nulla di nuovo, questi atteggiamenti negativi hanno accompagnato la squadra per l’intera stagione, fatte salve alcune eccezioni. Un organico sulla carta assolutamente competitivo, ma incapace di rendere per ciò che effettivamente vale. Colpa dell’allenatore? Forse, ma una risposta definitiva non ce l’avremo mai, giacché la società ama dichiarare tutto e il contrario di tutto, senza che un onesto e serio contraddittorio giornalistico possa far comprendere qualcosa.
Abbiamo scritto “penultimo” obiettivo, perché rimane, sulla carta e ipoteticamente, comunque la possibilità di lottare per la promozione. Lo scriviamo perché tanto diamo per scontato che questo sarà certamente il leitmotiv offerto alla tifoseria, dalla Sebastianese, per tutte le prossime gare restanti. Pura propaganda, così come quella della vendita societaria, per non disquisire della vicenda legata alle plusvalenze, che non sappiamo come andrà a finire, ma intanto ci ha messo alla berlina a livello nazionale, al pari di altre più illustri società.
Manca un mese e mezzo al decennale di quel famoso 20 maggio 2012, quando la mitica Zemanlandia, vincendo 1-3 al Luigi Ferraris di Genova contro la Sampdoria, conquistò matematicamente la promozione in serie A, al termine di una stagione indimenticabile, che fece strabuzzare gli occhi ad ogni appassionato di calcio, anche oltre i confini nazionali. Tutti i tifosi biancazzurri pensavano fosse l’inizio di un sogno, invece si trattò solo del punto più alto di una promessa (De Cecco docet) solo parzialmente mantenuta. L’inizio del declino era alle porte, ma davvero nessuno poteva ipotizzarlo. Il Delfino, ex Pescara, aveva già cambiato nome per l’ennesima volta, ma non si sapeva: l’era oscura della Sebastianese aveva già iniziato a porre le basi per la distruzione del calcio giocato a Pescara. La promozione del 2016 è stata un avvenimento per certi versi casuale e anche un po’ fortuito, accaduto soprattutto grazie all’incredibile vena realizzativa di un Gianluca Lapadula in totale stato di grazia, capace di finalizzare praticamente ogni pallone che capitava dalle sue parti.
Scrivere tutte le settimane questo editoriale diventa sempre più penoso, ma teniamo duro, nella speranza che un giorno, ci auguriamo non troppo lontano, la gioia di tifare Pescara possa nuovamente accompagnare ogni tifoso biancazzurro. Daniele Sebastiani non potrà rimanere presidente a vita, è impossibile.
Sabato prossimo, con inizio al momento programmato per le 17:30, terzultima gara della stagione regolare, con il fanalino di coda Grosseto in visita all’Adriatico, desideroso di raccattare qualche punto per conquistare almeno la possibilità di disputare i play out.